Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/457


rassegna bibliografica 163

nuovo ancora al principato di Macedonia; mentre nulla lasciava d’intentato, dagli espedienti sino alle violenze, per allargarsi nella valle del Po. Facile a piegarsi sino a chiedere denari alla Francia, dalla quale «non gli sono date se non buono parole»1; non esita poi a irrompere e fare saccheggiamenti nell’Alessandrino; procacciandosi così quei denari onde abbisognava per «trattenere e dar le paghe ai francesi che si trovavano al suo servizio»2. Versatile sino alla frode, lo si vedeva appigliarsi a tutte le cavillazioni per interpretrare a suo profitto un capitolato qualunque; come ora quel della pace d’Asti nel 16173. E si era a proposito delle sue cavillazioni, che notava il Borghese segretario di Stato, che «anche l’altra volta (per un antecedente capitolato) ci furono differenze sopra questo, se la gente fosse stata licenziata in tempo o no da Savoia; e di qui nacque, in gran parte, questa ultima guerra»4. Da nulla si ristava Carlo Emanuele, e col medesimo re che gli aveva ricusato i denari non esitava d’intavolar pratiche per averne una moglie per il figliuolo principe di Piemonte; e quasi nello stesso tempo facevasi a dimandare la corona dell’impero; della quale dimanda scriveva il Nunzio: «Qui s’intende che Savoia fa pratiche per l’Impero, e che, a quest’effetto, il Palatino andò ultimamente a trovar Sassonia, parente di Savoia; il quale non di meno, per esser forestiere e per non aver Stato alcuno in Germania, si crede che sarà facilmente escluso»5. Erano forse eccessive tali aspirazioni; e come accade non di rado, ad un eccesso opponendosi con un altro eccesso, diceva al Nunzio il duca di Monteleone ambasciatore spagnuolo: «che se il re di Spagna non fosse così buon principe, di già esso re e questo di Francia si sarian accordati in dividersi gli Stati del duca di Savoia, o almeno in pigliare un par di piazze per uno; cioè Vercelli ed Asti, Spagna; Ciamberì e Montmeillan, Francia; per restituirle poi al principe di Piemonte

  1. Lett. 643, dell’11 ottobre 1617.
  2. Lett. 653, del cardinal Borghese, del 16 settembre.
  3. Lett. 657, del cardinal Borghese, stessa data.
  4. Lett. 698, del cardinal Borghese, datata il 19 ottobre.
  5. Lett. 286, del 26 dicembre.