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162 | rassegna bibliografica |
nell’Italia centrale, si era proposta precisamente il contrario: di non osare, nè lasciare che da altri nulla si osasse. Uniformemente alle quali vedute il Nunzio adoperandosi, scriveva l’8 maggio: «Intorno al particolare della lega fra i Veneziani e Savoia, qui m’assicurano che non. si sono impegnati punto, e che sono artificii dei medesimi Veneziani e Savoia quelli d’andare divulgando che questo Re si dichiarerà presto di detta lega, non desiderando essi cosa più che di metter male insieme le due Corone.... Ma Savoia non sta però a bada: qui fa quanto può il principe di Piemonte, affinchè questo movimento di Francia venga a sedarsi; conoscendo egli molto bene, che se le cose qui non s’accomodano, i Francesi non potranno favorire altrove i disegni suoi e del padre, che sono grandissimi»1.
E dicendo grandissimi i disegni e i propositi di Casa Savoia, il Nunzio portava un giudizio d’uomo di Stato. Racconta Tomline, che un giorno lord Chatham assistendo alla lezione del suo secondogenito Guglielmo (che non aveva allora se non quattordici anni); dopo averlo udito a far la parte, mi pare, di Annibale che parla al Senato di Cartagine, gli dicesse quasi commosso: Tu sarai il Sansone dell’Inghilterra; il periodo dei quali quattordici anni nella vita di Pitt, per la storia di Casa Savoia si trova nel tempo di Emanuele Filiberto. Il capitano che si distingueva all’assedio di Metz (1552), e il quale vinceva poi nientemeno che la battaglia di San Quintino, affermava in modo splendido l’avvenire, o almeno la potenzialità d’avvenire nella Casa cui apparteneva: e la Provvidenza favorendo quei disegni grandissimi che non potevano essere favoriti dalla Francia, Emanuele Filiberto era continuato dal figliuolo Carlo Emanuele I, che teneva il governo per un intero mezzo secolo. Avido d’ingrandimenti, irrequieto, turbolento, audacissimo, approfittando dei torbidi della Lega capitanata dal duca di Guisa, s’impadroniva del marchesato di Saluzzo tenuto dalla Francia; parteggiava indi coi faziosi, dai quali era nominato conte di Provenza (1590); e poscia alla morte dell’imperatore Mattia, si poneva avanti tra i candidati all’impero; e poscia ancora aspirava al regno di Cipro; e di
- ↑ Lett. 1685, dell’8 maggio.