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Per ciascheuna troia o verre o vero porcastra di peso di ottanta libre, o da inde en su, uno soldo e tre denari, j s., iij d.
Per ciascheuno porcastro o porcastra, sci denari, vj d.
Per ciascheuno porcastrello o vero porcastrella, iiij d.
Per ciascheuno porcello o vero porcella di latte, tre denari, iij d
Per ciascheuno castrone pugliese o carfagnino o romanesco o vero maremmano, otto denari, viij d.
Per ciascheuno castroncello nostranio, o agniello o agniella, capra, becho o vero montone, sei denari, vj d.
Per ciascheuna pecora, agniello o agnella tosata o vero usata di tosare iij d.
Per ciascheuno agniello o agniella o vero capretto di latte et così de’simiglianti, tre denari, iij d.


Della compra e vendita delle dette bestie e dell’altre bestie de’ paschi oservisi et osservare si debba la forma e ’l modo come et quale s’osservava secondo e’ patti e' capitoli fatti e composti tra e! Comune di Siena et li Fiorentini, e’ quali parlano et dispongono dell’uso del porto di Talamone et delle dette materie.

E simigliantemente d’ogni et ciasicheune altre kabelle, delle quali nel presente capitolo e nelli presenti volumi de’ capitoli non fusse expresso, exposto e dichiarato per li predetti Catelani et suggetti e suditi de re di Ragona, s’oservi el modo e la forma s et come s’oservava per loro al tempo el quale si composero e si fermare e’ patti intra el Comune di Siena e ’l Comune di Fiorenza dell’uso et per lo detto uso del detto porto di Talamone; pagando impertanto la metà delle kabelle, le quali allora si pagavano per vigore de’ loro patti, ove non fusse nel presente capitolo e volume di capitoli expressamente posto e dichiarato.

Ancora, che sia licito a’ detti mercatanti caldani e sudditi e sugetti di misser lo re di Ragona, e’ quali al presente anno le mercantie i’ ne la citta di Pisa, esse mercantie al presente existenti nella città di Pisa méctare et portare fare a la città e distretto di Siena di chie per tutto el mese di luglio proximo che die venire, pagando la kabella quella, la quale pagassero se esse e tali mercantie mectessero o conduciare facessero per lo porto di Talamone.

Anco se avenisse, la quale cosa Edio cessi, che se certe mercantie o vero cose de’ detti Catelani o d’alcuno sudito o sugetto del serenissimo re di Ragona, poste che saranno e condutte en sul ponte o vero in alcuno altro luogo del contado e distrecto di Siena, fussero tolte o robbate a coloro e’ quali avessero fatte condu-