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I PORTI DELLA MAREMMA SENESE

durante la repubblica


NARRAZIONE STORICA CON DOCUMENTI INEDITI

DI LUCIANO BANCHI



(Ved. tom. XII, par. I, pag. 92)

Capitolo Settimo.

Sommario.


Federico III imperatore s’incontra in Siena con Leonora di Portogallo, ch’era aspettata a Talamone.- Nuove gabelle del porto di Talamone. - Re Alfonso, il conte di Pitigliano e i Senesi. - Pio II e i nobili di Siena. - Dimanda alla repubblica di Antonio di Quarto da Genova. - Port’Ercole e il Monte Argentaro conquistati dai Senesi. - Loro controversie co’ monaci della Badia di Sant’Anastasio ad Aquas Salvias, definite da Niccolò V e Pio II. - Il Mont’Argentaro coi Porti e con le sue adiacenze concesso in uso ad Agnolo Morosini. - È nuovamente allogato ad alcuni cittadini senesi. - Torna alla libera proprietà del Comune. - Misere condizioni di Port’Ercole. - Dimanda alla repubblica di Francesco Benedetti da Perpignano. - Pestilenza a Talamone e nella maremma. L’oste di re Alfonso di Napoli vi scende a svernare. - Caduta dei Riformatori e formazione del nuovo governo. Istituzione di un consolato senese in Oriente. - Calata di Carlo VIII in Italia. - Gli ambasciatori del re chiedono la consegna de’ Porti. - Il re, entrato in Siena, vi rinunzia. - Talamone e Port’Ercole nuovamente allogati (1451-1500).


Seguitando l’ordine dei tempi, già avremmo dovuto rammentare Port’Ercole, amenissimo sito del Monte Argentaro. Tuttavia per non interrompere in mal punto la narrazione sul porto di Talamone, preferiamo di continuare alcun poco a parlarne.

Giunse notizia in quest’anno (1451) della venuta in Italia di Federico III imperatore, del quale era segre-