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32 | delle antiche relazioni |
dia d’avorio, soddisfatta in tre giorni la sua curiosità, se ne tornò a Ravenna, dove i cittadini tutti stupirono udendo che era stato a Venezia; poiché ricorda il Sagornino che difficile credere volentes admodum mirabantur. E da Ravenna e da Pavia inviava poi Ottone due imperiali ornamenti al doge che lo contraccambiava mandandogli un trono ricoperto di avorio mirabilmente intagliato e scolpito.
Non è mio uficio il narrare quanto avessero progredito i commerci di Venezia verso il mille, ne quanto la sua interna quiete fosse stata turbata per le fazioni de’ Morosini e de’ Caloprini allora potentissimi, che queste notizie si ritrovano in tutti gli storici; ma ricorderò ciò che, per quanto mi sappia, dal solo Rossi è riferito, cioè che la tanto parziale famiglia de’ Caloprini si riteneva oriunda di Ravenna, e venuta a Venezia essersi quivi levata in altezza di stato.[I Caloprini oriundi di Ravenna.] Costoro cacciati dalla città, poiché ebbero morto in chiesa a tradimento uno de’ Morosini, erano andati a gittarsi a’ piedi di Ottone II offerendogli la signoria della repubblica ove ad essi ne fosse pervenuto il governo; e tanto fecero che lo persuasero a cacciare da’ suoi dominj tutti i mercanti e ad impedirvi i commerci dei Veneziani. In tal modo i Caloprini impoverirono ed affamarono la patria loro, e molte città per avere alimenti si dettero all’imperatore; ma morto questo, per l’intercessione di Teofania imperatrice i Caloprini poterono tornare a Venezia, dove giunti appena, furono uccisi da’ Morosini che con feroce compiacenza mandarono gli insanguinati corpi alla madre di quegli infelici.
XI. Così tra ’l frequente avvicendarsi di atrocissimi fatti s’avvicinava l’anno millesimo di nostra salute, aspettalo non pur dalle plebi ma ancora da’sapienti, dai doviziosi e dai principi, con tanto religioso timore, che chiese e monasteri straordinariamente arricchirono per legati ed offerte.