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22 delle antiche relazioni

chiuso nell’imperiale palazzo di Pavia il dì 24 di febbraio dell’anno 8401.

In esso Ravenna è nel novero di quelle città che il patto lega per cinque anni a Venezia. Forse l’alleanza così poco avventurata con l’imperatore d’Oriente spinse i Veneziani a cercare amicizia ed appoggio da Lotario imperatore d’Occidente. Infatti si legge che questa concordia fu conchiusa per cinque anni suggerente ac supplicante Petro gloriosissimo duce Venetiarum inter Veneticos et vicinos earum, cioè le città imperiali vicine a Venezia.

Questo è il più antico monumento che ci rimanga della diplomazia veneziana; in esso però si allude ad un altro accordo stretto in Ravenna con Lotario, e probabilmente nell’anno 823 (postquam pactum anterius factum fuit Ravennae), e violato poscia per la protezione data dall’imperatore a quanti andavano a far correrie nel territorio veneto, laonde nel presente trattato si promette la consegna dei fuggitivi.

Notevole è la enumerazione di quei vicini che erano compresi nel patto, i quali furono gli abitanti dell’Istria, del Friuli, quelli di Ceneda, di Treviso, di Vicenza, di Monselice, di Gavello2, di Comacchio, di Ravenna, di Cesena, di Rimini, di Pesaro, di Fano, di Sinigallia, d’Ancona, di Fermo, ec.

Nella commemorazione di tutti que’ paesi che si dichiaravano propriamente fermare il popolo Veneziano, primi sono nominati gli abitatori di Rialto, poi quelli di Olivolo, di Murano, di Malamocco, di Albiola, di Chioggia, di Brondolo, di Fossone, di Loredo e di Torcello. E qui, dopo una lacuna, è ricordata Cittanuova, Fine, Equilio, Cavole, Grado, Capodargine.


  1. Fant., Mon. Rav., T. VI, N.° 100. In Cod. Trevis. venet., pag. 49. Sopra l’autenticità tanto contrastata di questo documento, vedi Romanin, Documenti, T. I, pag. 351-54.
  2. Città distrutta; sorgeva presso Ferrara.