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degli inquisitori di venezia 25

Hieronimo stato a casa del Poma credo quella mattina che successe il caso, che vi era il Parasio, et i hiiomini della peota, et altri loro bravi et che per essere lui ammalato non l’hanno voluto con essi, ma che l’havevano voluto menar via con loro; che questi huomini del Parasio era nn pezzo, che sono qua, et che li dava mezzo zechino per uno al dì.

Relectum confirmavit etiam iuravit de silentio.

«1607 7 ottobre. - Constituta petitione gli Eccellentissimi Signori Capi dell’Eccelso Consiglio di X un giovine di età di anni 22 in circa, grande di statura, magro, macilento e fiacco per infermità patita, capelli intorno faccia varollata1, pochi mustacchi et pochissima barba nera, vestito con giuppon di corvetti stimato d’oro, braghesse d’ormesino, berettin tagliato capello berettino con d’oro, et ferrariuol di panno rovan con liste d’ormesina.

«Dimandato del suo nome, cognome, patria et professione rispose: Hieronimo Marcellini di Ancona, di Giovanni Battista Candito d’Ancona et che servo soldato nella compagnia del Capitano Giovanni Troglioni in Legnago. Et domandato. Per che causa, et da che tempo in qua vi trovate a Venetia, rispose: credo che siano dui mesi che sono venuto a Venetia: mi son partito di là per ricuperar certe robbe, che bavevano qua in diverse mani. Et domandatus, Dite quello che dalla ricuperatione delle vostre robbe bave te passato in questa città tutto questo tempo. E rispose: io sono nipote di Alessandro Parasio d’Ancona, che è fratel cugino di mia madre, il qual stava in casa del Poma a Santa Giustina, perchè so che sono parenti, ma non so in che grado, et credo che esso Poma faceva le spese al Parasio, quale mio zio dopo alcuni giorni del mio arrivo mi dimandò qui in piazza San Marco, se ben mi ricordo, che passeggiavamo noi soli, se io haverei messo la vita per lui; io li risposi di si nelle cose honorate, che ero prontissimo, lui mi dise, horsù non dubitare, che presto anderemo in Ancona, et sarai rimesso. Io risposi, che autorità havete voi di rimettere così gli huomini? et esso mi disse: va a far i fatti tuoi, e non pensare ad altro, et li risposi che non pensar.’i ad altro. Da lì a dui giorni poi io mi ammalai, et lui mi veniva a vedere che stavo in casa di Cathe furlano al Ponte dei Fusari, et mi dicevo che stasse allegramente et quando fu là, che io stava un poco meglio, et non haveva più denari da poter spender, et lui me ne dava, quando due lire, quando tre lire, et così andai non so che giorni innanzi scorrendo: bora un giorno andai da lui, et fu, credo fusse

  1. Butterata.