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sulle storie italiane 199

All’introduzione, che procede dalle origini della religione cristiana in Roma, ma specialmente dai tempi di Costantino sino ai Longobardi, fa seguito il libro I, contenente Gregorio Magno e il settimo secolo, sin al 715. Il libro II espone la politica pontificia nell’epoca degli imperatori iconoclasti e in quella dei Carolingi, dall’anno 715 all’858, ossia da Gregorio II a Benedetto III. Il volume II comprende in due libri i tempi susseguenti sino a Gregorio VII. Lavoro molto diligente e nell’insieme imparziale, quantunque nel senso protestante. L’autore, docente di teologia nella Università di Bonna, morì ivi giovine nel 1869 appena compiuta la presente opera.


BERNHARDI, Wilhelm, Matteo di Giovenazzo. Eine Falschung des XVI Jahrhunderts (M. di G. contraffazione del XVI secolo) Berlino, 1868, 4to.

Stampando i Diurnali di Matteo Spinelli nel vol. VII degli Scriptores, il Muratori non accennò ai dubbj fattigli nascere e dall’idioma e dal contenuto di tale scritto. Ne fa però menzione nelle lettere a Gian Berardino Tafuri, inserite nell' Arch. Stor. Ital., N. S., IX, 2. «Non so intendere come sia scritto in volgare - però vo sospettando, che possa taToperetta essere stata volgarizzata» (pag. 13). «Non (so) io capire, come uno scrittore contemporaneo, quale si suppone esso Spinelli, possa aver fallato in assegnare il tempo di cose accadute ai giorni suoi» (pag. 16). E a Uberto Benvoglienti, il quale, mentre credeva i Diurnali scritti veramente in volgare, quantunque forse originalmente in latino, e poi riformati nella lingua molto tempo dopo: «Io non mi ostinerei a credere originale il volgare degli Annali dello Spinelli, ma nè pure ad altri riescirebbe facile il mostrare il contrario». (Lettere inedite di L. A. Muratori, Firenze, 1854, pag. 356). Ferdinando Galiani, credendo all’autenticità dei Diurnali, ma osservando che il dialetto pugliese moderno era diverso dal napoletano, aiutavasi coll’ammettere, veramente strano, che il dialetto pugliese del dugento fosse passato a Napoli, ma venuto fuor d’uso nelle stesse Puglie! Mentre in Italia gli sbagli storico-cronologici dello Spinelli attribuivansi parte all’avere scritto esso qualche tempo dopo accadute le cose narrate, parte all’incuria ed ignoranza dei copisti, uno straniero, il duca di Luynes, tentò di raddrizzare la narrazione, argomentando che Matteo avesse notati i singoli avvenimenti secondo che accadevano, indicando il mese e il giorno e finalmente l’ora, ma omettendo spessissimo l’anno, e che poi tali note fossero state raccozzate e copiate coll’aggiungere i millesimi, ma ad arbitrio e molte volte falsamente. Con questa supposizione il dotto Francese (Commentaire historique et chronologique sur les ephémérides intitulés Diurnali ec, Parigi, 1839) si mise a disporre in altro modo i paragrafi dei Diurnali onde farli corrispondere alla cronologia nota ed accettata. Sistema adottato ancora dall’editore dei medesimi nei Monumenta Germaniae histor., (vol. XIX pag. 464-493) H. Pabst, il quale però spesso differisce dal critico francese. Metodo