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190 | rassegna bibliografica |
Un sommario di questi Atti farà meglio ragione della loro importanza.
1.° Guido imperatore dona alla sua consorte Ageltrude l’abbazia di S. Marino in Pavia a richiesta di Wicbodo vescovo di Parma ed arcicappellano e di Anscherio marchese e consigliere imperiale.
Dato di Roma, 21 febbraio 891; di Guido re in Italia anno III, dell’impero di lui giorno primo.
2.° Guido imperatore dona alla moglie sua Ageltrude, instanti i sopradetti Wicbodo e Anscherio, l’abbazia detta monastero della Regina in Pavia.
Data come la precedente.
Questi due Atti sono originali nell’archivio del Capitolo di Parma, e il Dümmler ne ebbe copia da Amadio Ronchini. Sono citati dall’Affò nella Storia di Parma (I, 193, nota a).
3.° Berengario re, per preghiera dell’abbate Adalberto, conferma l’immunità concessa da’ suoi antecessori al monastero di Sesto nel Friuli, la libera elezione dell’abbate, e i possedimenti dichiarati per singolo.
Di Mantova, nel palazzo, 21 marzo 888.
Pubblicato dal Sickel (Indagini storiche, IX, 426) che lo trasse da codice cartaceo del museo civico di Udine. Il Dummler lo pubblica a sua volta, fatto confronto con una copia tratta dalla Raccolta Fontanini (VII, 129), passata di Vienna nell’archivio centrale di Venezia.
4° Patto, durevole per cinque anni, tra Berengario re e Pietro doge di Venezia, da osservarsi per stabilir pace tra i Veneti e i vicini loro.
Dato di Corte Olona 2 maggio, e di Sala 1 1 maggio 888; di Berengario re anno primo.
Una delle date è in principio, l’altra in fine; il Dümmler pensa che Sala possa essere Salò del lago di Garda1. Il diploma è nel Liber Blancus, ossia raccolta fatta dal doge Andrea Dandolo dei trattati più antichi degli Stati Veneti. Il Dümmler ne ebbe copia da Cicalek in Vienna, per mediazione del Sickel; ma più tardi il Dummler stesso ne fece confronto col l’originale nel Liber Blancus che ora è nell’archivio centrale di Venezia; nè pago a ciò, egli si valse del Liber Trevisanus, ora egualmente in Venezia, per i nomi di persone e luoghi dubbi, sebbene con mediocre profitto; e qualche lacuna colmò valendosi dei trattati di Lotario e Ottone I.
- ↑ Forse la data del 2 maggio si rapporta alla compilazione degli Statuti e quella dell’11 maggio alla convenzione tra il re e il doge per osservarli.