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178 | rassegna bibliografica |
regina madre otteneva la precedenza sulla regina spusa; che non era poco, trattandosi tanto più d’una spagnola; ma di venire diffinitivamente in corte essa non voleva sapere. Sentiva ch’erano tuttavia troppo vive le diffidenze reciproche. Alle quali venendosi presto ad aggiungere nuove alterazioni tra lei e il Condè da poco restituito in libertà, il Nunzio così ne dava conto al proprio governo:
«Qui le cose fra lei (la regina) e Condè, che non vuol dir altro che fra lei e i favoriti, si vanno sempre più intorbidando. Senti molto dispiacere la regina, come avvisai, di quella forma di dichiarazione fatta in favore della libertà di Condè; nondimeno parve poi che si fosse acquetata ....; ma dopo aver veduto che qua i favoriti sempre più si sono andati stringendo col detto Condè, si sono accresciuti per conseguenza in lei i sospetti; ond’ella, invece di trattare di venire alla corte, comincia ora a mostrarsene aliena, e a dolersi in varie maniere. Ella ha dunque rinnovate le querele intorno alla predetta forma di dichiarazione in favore della libertà di Condè, e ha scritto qua, ch’ella vuol parimente una dichiarazione che la giustifichi della prigionia (ch’era stato imprigionato durante la sua reggenza), come cosa che fu risoluta con piena participazione ed autorità del re. S’è dichiarata similmente, che vuol proteggere il duca di Rohan, ugonotto, perch’esso duca era nella camera quando Condè fu ritenuto nel Louvre, e non l’aiutò»1. E aggiungeva il Nunzio in fine della lettera: «Questi sono principii di cose nuove, che se ne tireranno dietro delle altre senza alcun dubbio: e piaccia a Dio che questa primavera non vediamo fiorire nuovamente dei garbugli ben bene». E da Tours la regina essendosi recata in Angers, pareva che non tardasse a mostrarvisi più mite; e così prestavasi a intendere del matrimonio del duca d’Anjou colla signorina di Montpensier2). Ma essa insistendo sempre in quella tale dichiarazione onde avesse ad essere discolpata della prigionia del Condè; le cose, nella sostanza, si rimanevano tuttavia nelle condizioni di prima: e non volendo sapere di venire in corte,