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rassegna bibliografica 175

rava che essa voleva tornare in corte, e così «rovinare questi favoriti, contro i quali va crescendo, nota il Nunzio, sempre più l’odio; e le cose loro sempre più si riducono a mal partito»1: e intendendo ad evitar la guerra, in questa generale aspettazione il re mandava alla madre il signor di Bethune, con una lettera «piena di tenerezza e d’onore»2); nella qual lettera le offeriva che l’avrebbe veduta spesso; e che ne avrebbe ricevuti i consigli; e che le si sarebbe lasciata scegliere la città nella quale avesse voluto stabilire la propria dimora; e che le si sarebbe concessa «anche qualche buona piazza, per sua maggior sicurezza, quando continuassero in lei sospetti»; ma che in corte, per ora, la non si voleva. Accetterà essa? E il Nunzio quasi per rispondere a questa dimanda che si faceva da sé, scrive: «Il tutto sta nell’essere vigoroso o debole il partito della regina. Essendo vigoroso, ben si può credere che ella vorrà in ogni modo venir in corte, e vedere scacciati i favoriti, e ridotti ad ogni mal termine; ma essendo debole, bisognerà ch’ella si contenti di quelle condizioni che potrà avere. Sin qui non si manifesta scopertamente alcuno dei grandi in suo favore; sebbene di Bouillon non si dubita, come anche pare che non dubiti di molti altri: ma niuna cosa farà più potente il suo partito, che l’avversione che ognuno ha grandissima a queste armi che si preparano.... 1 predicatori medesimi di già cominciano a parlare liberamente in proposito; e si scuopre che il Parlamento vuol far uffici contrari col re; e questo popolo è commosso incredibilmente contro la violenza del gabinetto.... Quanto a Condè, Luynes è stato combattuto gagliardamente...; e io ho parlato sopra di ciò liberamente al medesimo cardinale (di Retz), avendogli rappresentato quanto grande sarebbe il pericolo di mettere il re in mano di Condè, pretensore della corona; il quale sarebbe assolutamente in mano egli stesso di Bouillon e di tante altre pesti, come Richer e Servin, e altri di questa farina. Onde passai a dire al cardinale, che non pensasse Luynes di voler involgere nelle sue rovine quelle della Francia, col tener esiliata la regina, liberando Condè; per-

  1. Stessa lettera.
  2. Lett. 1604, del 13 marzo.