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vita di domenico cirillo 119

Poi il municipio di Grumo Nevano nell’aprile del 1868 innalzò nella piazza accanto al quartiere della guardia nazionale un piccolo monumento, per iniziativa dell’egregio cittadino Salvadore Pacilio, composto di un basamento di travertino e di un piedistallo di marmo, su cui sta un busto di Domenico Cirillo, opera dei giovane scultore Niccola Avellino1.


    Nicodemo pinxit - G. Morghen sculpsit. E vidi la mediocre incisione di G. De Caro sul disegno di P. Raiola posto avanti alla vita ristrettissima del Cirillo, che un E. Ruggieri inserì nel giornale Il gran sasso d’Italia.
    E vi ha inoltre la litografia fatta nella officina del Bianchi cavata dal disegno su la pietra per mano del Forino, in grandezza maggiore delle comuni, e sopra di essa il signor Giuseppe Cirillo di Caserta, discendente in linea retta dal giureconsulto Giuseppe Pasquale, fece trarne dodici copie in più piccola dimensione per via fotografica dal Grillet nell’anno 1860.
    Posseggo eziandio la incisione ch’io feci compiere in Torino dal bulino del Parmiani romano, fattone il disegno dal Tommasini, come può vedersi nel volume primo del Panteon de’ martiri italiani, della quale opera fui secondo direttore dopo il mio egregio amico Giuseppe Del Re.
    Un altro ritratto sopra pietra è nelle mie mani, disegnato da A. di Lorenzo nella calcografia del Pace, con dimensioni piuttosto grandi in 4, e anche pessimamente colorito. Finalmente fui assicurato da quel venerando vecchio di Paolo Falciani di Sarno, poeta e pittore di conto, vivente ancora a novant’anni o freschissimo di memoria e d’intelletto come un giovinotto, che un altro ritratto del Cirillo debba esservi sicuramente in Mercogliano nella provincia di Avellino ch’egli medesimo vide nella casa di un pittore suo coetaneo Geremia Jacenti, il quale per non farlo riconoscre ne’ tempi delle persecuzioni cieche e feroci, gli fece turpemente i baffi.

  1. Su le facce leggonsi le iscrizioni:

    I.

    A DOMENICO CIRILLO
    il quale
    soffiante casa borbone
    nelle oscene e luride masse
    della santa fede
    espiò sulle forche nel mdccic


    II.

    La santità de' costumi
    l'ardore della scienza
    l'amore della patria
    quanto fra gli uomini