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i porti della maremma senese | 105 |
Per questa convenzione tornò alquanto a fiorire il commercio in Talamone, dove nel gennaio del seguente anno approdava Alfonso d’Aragona, pretendente al reame, e vi si provvedeva di biscotto e di altre vittuaglie, del cui prezzo dovea la repubblica rifarsi sugli introiti che i Catalani facevano in quel porto1. I quali sembra che non si affrettassero molto a soddisfare alla repubblica questo debito del loro serenissimo re; perchè questi nel marzo scriveva di nuovo ai Senesi, ch’egli per lettera ordinerebbe ai Catalani suoi sudditi di pagare gli ottocento ducati dovuti da lui alla repubblica2. E forse i poveri sudditi pagarono, augurandosi di non avere mai più per l’avvenire una simile visita.
(Continua).
- ↑ Lettera de’ 28 gennaio 1437, da Talamone. In questa lettera Alfonso esorta i Senesi a serbarsi amici al duca di Milano, e annunzia loro i grandi apprestamenti di guerra che il duca faceva contro i Genovesi ribelli, tanto che Genova tornerebbe presto all’obbedienza del duca.
- ↑ Questa lettera, data da Gaeta, è de’ 10 marzo 1437.