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di reggio di calabria | 83 |
«quel che reputava più utile a farsi; e qualora le sue proposte ottenevano la pluralità de’ suffragi, metteva in esecuzione le cose approvate. Radunava il Consiglio ad sonum tubae, ogni volla ch’erano necessarie delle convocazioni straordinarie. Le ordinarie riunioni erano fatte ad sonum campanae.
«Tenevano i Sindaci tribunale, reggevano corte, conoscevano e giudicavano le cause censuali, di salarii, di servizii personali, di locazioni di case, di strade, di pesi e misure. In tali giudizi, quando niuno de’ Sindaci aveva il grado di dottor di legge, si pigliavano per Consultore un legista a loro scelta. Nella piazza davano la meta a’ commestibili che si ponevano in vendita, e questo facevano a vicenda una settimana per uno, o personalmente, o dandone delegazione ad un Vicesindaco.
«Al sindaco di settimana spettavano tutte le lingue de’ buoi macellati, e di ogni tre otri di olio ch’entrava in città gli era dovuto un quartuccio di trenta once, ed un rotolo sopra ogni partita di frutti, o di altri generi a peso, ed un quartuccio di once quaranta sopra ogni salma di vino. Il Capitanio di ogni casale era nominato da’ Sindaci, si quale dovevano obbedir tutti colle armi in mano e colle rispettive insegne, qualora ciò fosse richiesto o per la conservazione dell’ordine interno, o per la difesa contro gli esterni pericoli. Questi Capitani! speciali dipendevano tutti dal Capitano a guerra di Reggio.
«I Sindaci dovevano invigilare ancora perchè i luoghi della città fossero ben presidiati, sorvegliavano le sentinelle, e prevedevano i casi in cui la città ed il comune poteva patir pericolo d’interno tumulto, e di esterne concitazioni. Nelle sacre cerimonie che avean luogo nella Cattedrale i Sindaci sedevano in un luogo alto con tre scalini coperto di panno verde, e con spalliera di seta del color medesimo, dove figuravano elegantemente ricamate le armi della città. Quando erano presenti a’ divini uffizii, dopo del Prelato toccava loro l’incenso, ed il loro entrare ed uscir di chiesa, con in mezzo il Prelato ed il Governatore, era annunziato dal suono dell’organo.
«Il Consiglio generale nominava il Giudice assessore; il quale ordinariamente non era reggino, e nell’entrar in offizio doveva recar seco un probo cittadino che gli facesse garanzia, e dopo terminata la sua annuale gestione doveva stare a sindacato.
«Erano ancora eletti da esso Consiglio il Capitano della compagnia de’ cavalli, ed i Capitani delle cinque compagnie a’ piedi della città; dei quali Capitani, tre dovevano esser nobili, e due onorati. Eleggeva altresì il Maestro d’atti o Attuario, il Segretario, l’Erario o Cassiere, i Rettori del Monte della Pietà, i Razionali per la revisione de’ conti annuali, ed i Sindacatori.
«Nelle cause in cui i Sindaci dovevano elevarsi a giudici, sceglievano tra loro il Commissario, che facesse relazione della controversia, e gli assegnavano un dottor di legge per consultore. Per le legazioni a personaggi eminenti, o alla regia Corte di Napoli, deputavano sempre due o tre cittadini patrizii de’ più ragguardevoli per esperienza, prudenza e dottrina.
«Come si deduce da’ pubblici atti, i Sindaci nel 1500 si chiamarono anche Consoli, ed ebbero il titolo di Eccellenti, nel 1600 d’Illustrissimi; e troviamo