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76 | storia |
insino a che gl’insegnamenti da lui maturali e raccolti in privato possano comparire al pubblico plasmali delle loro proprie sembianze, e senza i tagli e le raccenciature della servitù.. Le quali avvertenze preghiamo il signor Bolani pigli nel senso più benigno, e non dia loro più peso che non hanno; chè non è pensier nostro noverar lui fra gli storici cortigiani o servili, ma solamente desiderio ch’ei fosse stato più libero e severo scrittore de’tempi che prese a narrare.
Non diremo in particolare i luoghi della sua opera dove più cotesto desiderio si fa sentire; ma (per mentovarne una) troppa ci pare, per esempio, la compiacenza ch’egli mette a ricordare, ad ogni piè sospinto, i privilegi alla città conceduti da’ sovrani di Napoli, e l’omaggio che a questi venivano a rendere i Sindaci di lei. Non già che riferir tali cose non fosse buono, ma portarne giudizio secondo la qualità loro sarebbe stato meglio. Come non vedere che prezzo della pronta obbedienza e della docile sommissione erano, per lo più, quei privilegi; e che tutt’altro che argo mento di dignità cittadina era sovente quell’omaggio? Ed un’altra cosa pur ci avrebbe fatto miglior garbo di non vi scorgere, cioè alcuni modi e vocaboli di non chiaro suono contro certi fatti politici de’ quali il tempo e più riposato consiglio dovrebbero ormai persuaderci a fare più giusta estimazione. A che pro, verbigrazia, delle frasi come queste a carico de’ rivolgimenti francesi ed italiani dell’ultimo secolo «ma già in Italia... cominciavano a saporirsi i bozzacchi dell’albero della scienza del male piantato nel vicino regno di Francia1: i popoli italiani si ubbriacavano di speranze smisurate2; pestifere dottrine francesi3; le idee democratiche facevano uscir di cervello la gioventù del reame napolitano4 ec. ec? Piccolezze, ma che pur inducono a false opinioni; perocchè non i bozzacchi dell’albero della scienza del male venutoci di Francia, non le smisurate speranze, non le idee democratiche furono, in alcun tempo mai, le cagioni per cui nel Reame non allignassero i frutti della libertà, ma il lungo servaggio di dentro e le prepotenze di fuori. Spesso il senno, ma più spesso la fortuna fa diffalta ai