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di reggio di calabria 51

Di certo non ha la Calabria odierna l’importanza dell’antica, non potendo per nessun verso mostrare città come le già dette spettabili. Tuttavia ne ha di parecchie, anche ora, non grandi, ma che sarebbero d’ogni buona condizione fornite per bello e prosperoso avvenire, se non le sconfortasse la mancanza di quei due beni supremi d’ogni civile consorzio, che sono la giustizia e la sicurezza.

È dessa oggidì divisa in tre provincie, o intendenze, le quali si denominano Calabria Ulteriore I, Calabria Ulteriore II, Calabria Citeriore; con una popolazione di 839,422, secondo il censimento del 1854.

La Calabria Ulteriore I ha per capitale Reggio, ed abbraccia tre distretti, cioè di Reggio, di Gerace, di Palmi. Sono città principali: — Reggio, fiorente, gaia, a piè dell’Aspromonte, e sulla costa che fronteggia la Sicilia, sede d’un arcivescovo, con dicasteri, tribunali, teatro, collegio, e una popolazione di più di 28,000 anime. Feracissima vi è la campagna, anzi tra le più feraci del Regno; e rende in alcuni posti, dicono, trecento ducati per moggio1; oltre al produrre seta, vini, gelsi, d’ogni sorta frutta, più specialmente limoni, cedri, melarance, bergamotti2, dai quali si cavano essenze, ricchezza del paese. — Bova, sopra amenissimo colle, presso al capo Spartivento, con 8,000 abitanti, nel cui dialetto dura tuttavia la guisa e la fattezza greca, non altrimenti che in altri favellari di quivi poco lungi si ravvisano i di scendenti de’ coloni albanesi ed epiroti condottivi da Giorgio Scanderberg, al modo natio tuttora parlanti, e stanziati in villaggi da greci nomi contrassegnati, come Pentimele, Valanidi, Pentidattilo, Malanisi, Polistena ec; e Jeropotamo, fiume che corre presso que st’ultima. — Gerace, l’antica Locri, da’ vini prelibati, abit. 8,000; e, a breve distanza, il capo di Stilo e il villaggio di Pazzano con

  1. Vedi Afan de Rivera, Cosiderazioni sulle Due Sicilie. Napoli, 1833.
  2. Il bergamotto è un agrume che si produce soltanto in Reggio. Credesi un ibrido nato dal limone e dall’arancio, e l’essenza che se ne cava è molto cercata in commercio. Lo vogliono alcuni originario dall’isola Barbada; altri indigeno di Bergamo; altri per la via di Roma portato a Reggio da un Vazzana, già un secolo o poco più. Certa cosa è che oggidì nè in Roma, nè in Bergamo, nè nell’isola di Barbada, nè in alcuna parte del globo più si produce cotesto frutto; e la sua cultura è tutta propria e particolare del solo territorio reggino, di cui è uno de’ principali capi d’entrata.