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di reggio di calabria 45

i Romani quella che i Greci Messapia o Iapigia, vale a dire non la punta, ma il calcagno della penisola italica; la parte cioè chn corrisponde, poco più poco meno, all’odierna provincia di Terra d’Otranto. E quella che così oggi addimandasi, Brettia o Bruttium invece essi denominavano, e Brettii o Bruttii1 (Bruzi) i suoi abitatori.

Aveva il Bruttium per citta principali:

Sulla costa occidentale, Terina alquanto discosta dal mare; Temesa, fondata forse dagli Ausoni; Hipponium o Vibona Valentia (Bivona, presso Monteleone, e durata fino a’ tremuoti del 1783); Scyllaeum (Scilla) all’estremità della penisola; Rhegium (Reggio) di lì poco lungi; Columna (Catona), ov’era l’ultima pietra migliare d’Italia.

Sulla costa orientale, Locres (Gerace) a tramontana del promontorio Zephirum; Caulonia (Castel Vetere); Croton (Cotrone) sull’Oesaurus; Petilia (Strangoli); Cosa (Cassano).

Nell’interno, Acherontia (Acri); Pandosia sull’Acheronte; Tisia (Tisitano) in forte posizione sul monte Albano; Mamertum (Martirano); Tyrium (Tiriolo); Roscianum (Rossano); Grumentum (la Saponara); e, maggiore di tutte, Consentia (Cosenza), verso le sorgenti del Crati.

Formava esso Bruttium, unito alla Lucania, all’Apulia e all’Iapigia, una sola e medesima regione, retta da un Consolare. Poi, quando sotto Costantino fu l’Impero diviso in prefetture, diocesi e vicariati, ne fu separato, ed ebbe proprio Correttore e circoscrizione di provincia urbicaria.

Durante l’Impero d’Oriente formò uno de’ dodici temi (o vogliam dire contrade) ne’ quali era quello ripartito; e fu aggregato alla Sicilia, di cui pare pigliasse il nome2.

Coll’invasione de’ Barbari, scombuiati i dominii, i territorii, i paesi, non che cotesto nome di Sicilia, ma neppur quello suo proprio e patronimico gli rimase, anzi più e più lo andarono cancellando gli eventi. Imperocchè, venuta la Calabria propriamente detta in

  1. Nome che pare significasse schiavi fuggiaschi, o, come altri opina, schiavi ribelli. Vernacula enim sermone fugitivi appellabantur Brettii. Diod. Siculo, lib. XVI. — Brettios Lucani rebelles, fugitosque vocant. Strab., lib. VI. — D’altra origine però lo fa venire Vincenzio Cuoco, cioè dall’arte di trar la pece da’ loro pini, nella quale erano peritisssimi. V. Plat. in Ital. cap. XXXVI.
  2. Presso i cronisti bizantini di fatto è chiamalo Vescovo di Sicilia il vescovo di Reggio.