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STORIA


di


REGGIO DI CALABRIA


dai tempi primitivi fino all'anno di cristo 1797


DI DOMENICO SPANÒ BOLANI


(Napoli, Stamp. del Fibreno, 1857, Vol. due in 8vo.).


I. La Calabria, per chi nol ricordasse, è la parte meridionale del reame di Napoli, la quale si estende da’ confini della Basilicata al capo Spartivento, estrema punta dello stivale, di cui Italia imita la figura.

Circondata dal mare, e restringentesi in un istmo non più largo di ventidue chilometri, fra il golfo di Squillace e quello di Santa Eufemia1, ha quasi la forma d’una penisola, con seni e cale e coste, che a commercio assai attivo e proficuo, specialmente di cabotaggio, la renderebbero acconcissima, se altra sorta ordini la reggessero, e più giuste pratiche di pubblica economia la sovvenissero.

La disgiunge dalla vicina Sicilia l’angusto ma profondo faro di Messina2; per via della quale non più che settantacinque miglia

  1. Dicono fra questi due golfi traversasse in antico un canale, in guisa da restare isola una parte della Calabria. — Pilla, Ann. civ. di Nap., quad. XL; Philippi, Cenni geognostici sulla Calabria. A Carlo III Borbone erasi proposto di riaprirvelo, come già ne aveva avuto idea Dionigi di Siracusa, secondo quello che attesta Plinio, Hist. natur. III, 45: Nusquam angustior Italia; vigintimillia passuum latitudo est: itaque Dionysius maior intercisam eo loca adjicere Sicilia voluit.
  2. È tradizione avessero operato questa disgiunzione, per improvviso strappo, le correnti qua favolosamente pericolose. Dimostrò geologicamente il