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IL MOVIMENTO DELLA NAVIGAZIONE
NEI PORTI DEL REGNO
il materiale della marina mercantile e le costruzioni navali sui cantieri italiani.
FU PUBBLICATO testè dal Ministero di Agricoltura e Commercio
il movimento dei bastimenti nei porti italiani verificatosi nel 1874,
posto a confronto con quello dei dodici anni anteriori; e così pure la situazione
numerica della gente di mare, la forza del naviglio mercantile e l’importanza
delle costruzioni navali, l’armamento dei battelli per la pesca marittima
e la frequenza degli infortuni marittimi lungo le coste italiane.
A considerare le cifre in blocco, il progresso direbbesi molto rilevante, e più ancora nel tonnellaggio che nel numero delle navi. Infatti, da 195 mila approdi e partenze registrate nel 1861, della capacità complessiva di 13 milioni di tonnellate, il movimento è salito a 235 mila bastimenti, della capacità di 24 milioni di tonnellate.
Egli è ben vero che in queste ultime cifre si comprendono gli arrivi e le partenze da e per i porti veneti e di Civitavecchia, che non potevano figurare nella statistica del Regno prima della compiuta unità nazionale; ma il loro contingente non supera, nel 1874, due milioni di tonnellate.
Se non che, un primo esame dei fatti ci avverte che la massima parte dell’incremento è da ascriversi al cabotaggio, il quale da 8 milioni di tonnellate nel 1861 (parliamo sempre della capacità legale dei bastimenti, non del carico effettivo) sali a 16 milioni e mezzo, ovvero a 15 milioni e mezzo, ove si tenga conto a parte dei porti veneti e di Civitavecchia; mentre la navigazione internazionale s’è accresciuta soltanto da 5 milioni a 7 1⁄2, 0 a soli 6 1/2, o poco più, se anche da questa si deduca il movimento lungo i