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50 | M. Pelaez |
di madonna Iacova madre di messer Agapito e Valerio de Magistris e moglie del mentovato Paolo. Dippiù di Angilozza moglie che fu di Iorio di Benedetto dello Mastro, di madama Lucrezia moglie che fu di Nicolò di Napoli1, figlia di Iorio di Benedetto de Magistris, di messer Mariano de Magistris, scrittore apostolico e di Favostina dei Paparoni sua mogliera. Di Stefana sorella di Mariano de Magistris ed infine del ven. uomo dottore dell’una e dell’altra ragione messer Gentile de Magistris canonico ancora della suddetta basilica Lateranense.
Da quel che abbiamo detto si può raccogliere che la famiglia Dello Mastro non fu delle meno ragguardevoli nel rione di Ponte, certo però non rimarrebbe che fievole memoria di essa, se non avessimo il Memoriale di Paolo2. Noi non sappiamo s’egli fosse notaio od avesse altro officia che potesse porgergli l’occasione di prendere questi appunti, nè importa investigarlo, giacchè sappiamo che nel secolo decimoquinto ci fu in Roma come altrove una vera fioritura di siffatte cronache3. A lui facilitava il compito l’avere un fratello, Tommaso, cameriere di Nicolò V, il nipote Mariano, scrittore delle lettere della sacra Penitenzieria, Tommaso stesso e il figliuolo Gentile, canonici di S. Giovanni, infine aver avuto egli, il padre, i fratelli e i suoi figli uffici pubblici nel comune. Con che si spiega anche l’esattezza delle notìzie e date ch’egli registra e di
- ↑ Nel Memoriale, n. XXXXVIII, invece è detto che Lucrezia sposò Menico d’Antonio di Filippo. Nicolò dì Napoli può essere stato un secondo marito.
- ↑ Che Paolo dello Mastro scrisse il Memoriale è ricordato dal Magalotti, Famiglie romane, ms. Chigiano G, VII, e dall’Amayden nel Repertorio delle famiglie romane che si conserva manoscritto nella biblioteca Casanatense.
- ↑ Una breve rassegna di esse si vegga in Gregorovius, Storia di Roma, VII, cap. vi, § 5, a cui s’aggiungano i Diari del Caffari pubblicati in Arch. d. Soc, Rom. di st. patr. viii, 555, e quello di Cola Coleine di cui è indicato in questo lavoro qualche manoscritto. Ed altre probabilmente ne verranno fuori esplorando le biblioteche e gli archivi pubblici e privati di Roma.