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La lega cristiana nel 1572 369

Annessa a questa lettera se ne trova un’altra scritta dal cardinal Granvelle a M. Antonio, in cui l’avvisa che il marchese di Santa Croce partirà per Messina la domenica (25 maggio) o al più tardi il lunedì, ed invita il Colonna a venir a Napoli per conferire col Santa Croce e con lui per porsi d’accordo circa il viaggio.

Andò infatti il Colonna, conferì col cardinale e col marchese, ma già fin dai primi momenti gli Spagnoli diedero prova delle loro cattive intenzioni, incominciarono cioè a porre in campo difficoltà d’ogni genere, e, mentre prima accusavano i pontifici del ritardo, ora essi stessi si mostravano non preparati alla partenza. Nè basta; che, come nell’anno precedente, avrebbero porto occasione di nuovi screzi e nuovi dissapori colle loro pretese di non riconoscere l’autorità e la supremazia del comandante pontificio, quantunque sancita dall’articolo XVII della lega1, se si fossero abbattuti in un uomo meno assennato e meno prudente del Colonna.

Infatti, non solo andavano spargendo voce che pel ritardo dei pontifici la campagna di quell’anno non avrebbe potuto dare buoni risultati, non solo scrivevano al Foscarini, generale veneziano, che l’armata spagnola non poteva muoversi da Messina per colpa del Colonna2, ma, come vedremo dalle successive lettere, cominciarono a dire che non avrebbero salutato la sua bandiera perchè non si trat-

  1. Paruta, Guerra di Cipro, p. 187: «L’esecuzione delle cose deliberate rimaner dovesse presso a colui, che fosse capitano generale della lega, e fu dichiarito questo essere D. Giovanni d’Austria, e in assenza di lui Marc’Antonio Colonna, con la medesima autorità, ancorchè nel tempo stesso ritenesse il nome e grado di generale della Chiesa». Vedi anche il già citato Instrumentum foederis.
  2. Paruta, op. cit. p. 325: «Dannava ancora il consiglio del Colonna, che per aspettare alcune poche galee di Fiorenza tardasse tanto a venirsi a congiongere».