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La lega cristiana nel 1572 363

che le galere fornite dai Veneziani fossero tutte vecchie, e che mal governassero; sicchè per la campagna del 1571, per consiglio dello stesso Colonna, s’era ricorso ad un altro espediente.

Pio V s’era rivolto a Cosimo, granduca di Toscana, e dopo lunghe trattative aveva stipulato con lui una convenzione, per la quale il granduca s’obbligava a fornire al papa per la fine d’aprile dodici galere «buone di fusti et atte a navigare con li suoi remieri, armamenti, monitioni, fuochi, arme, artiglierie, vele, sarte et ogni altra cosa necessaria»1, con sessanta uomini fra marinai ed ufficiali, ricevendo in compenso cinquecento scudi d’oro al mese per ciascuna. Tale convenzione non era nuova, poichè già da lungo tempo le galere dell’ordine di Santo Stefano erano al soldo del re di Spagna, e quasi alle stesse condizioni; ond’è che nessuna difficoltà si era fatta da Cosimo durante tutta la campagna del 1571.

Ma ora, morto il pontefice Pio V, il granduca, o perchè, come taluni sospettavano, fosse indettato dal re Filippo (il quale non aveva voglia che l’armata si partisse da Messina prima dell’elezione del nuovo papa), o perchè, come forse è più logico supporre, temesse che il futuro eletto fosse per essere contrario alla lega e quindi restio a pagare le spese dell’armamento, andava con vari pretesti differendo la partenza delle dodici galere2. In verità ne aveva cinque lontane, che erano andate alla Spezia o in Ispagna per conto del re; le altre diceva non essere pronte a navigare.

I cardinali, cui premeva di scagionarsi del ritardo presso il re Filippo, e di compiacere ai Veneziani, raccoltisi in

  1. Theiner, Capitulazione già fatta tra papa Pio V di s. m. et il sermissimo granduca &c, p. 464.
  2. Sereno, op. cit. p. 268: «Ma, stando egli dubbioso della futura elezione, sbandava scusando con dire che le galere non erano in ordine».