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358 C. Manfroni

Alla lor volta il Requesens e l’ambasciatore Zuniga instavano nelle loro proposte, che dicevano giuste e convenienti, pur non ignorando che nella discussione dei capitoli della lega s’era già dibattuta a lungo questa questione e s’era risoluta in senso contrario1. Perchè, quantunque nel primo articolo, per insistenza degli Spagnoli, si fosse inserita la frase «foedus ... ad ipsius gemis ab omni terrae marisque parte ofFensionem atque invasionem, Algerio, Tuneso et Tripoli etiam comprehensis», tuttavia in un altro articolo era espressamente detto «teneantur duces vires omnes convertere ad ea loca defendenda, quae a copiis turcicis invaderentur»;

E altrove si diceva: «Praeterea, si ita contigerit ut praedictus rex... Algerinam, Tunetanam, vel Tripolitanam expeditionem susceperit aliquo anno, quo neque alla communis foederatorum expeditio susceptasit, neque Turcarum classis talis extiterit, ut verisimile sit praedicta Venetorum respublica sibi ab invasione Turcarum timere deberet, debeant &c.»2.

Ora l’assedio di Cipro e la minacciata invasione di Corfù eran tali fatti, che nessuno poteva revocare in dubbio, e perciò non poteva non parer molto strana e sospetta quest’insistenza degli Spagnoli, i quali ripetendo il solito ritornello che «domandando li Veneziani la lega «per essere aiutati, era conveniente che aiutassero gli

  1. Negotiato et conclusione di lega di Michel Suriano. Appendice al Sereno, op. cit.: «Venne poi la terza considerazione del cardinale (Granvela) contro chi si faceva la lega et voleva che fosse non solamente contro il Turco, ma contro tutti gli infedeli, come conteneva il mandato del re. Ma l’ambasciatore disse che non erano chiamati a trattare se non contra il Turco et che di questo era stato scrìtto alli principi et che chi nominava altri infedeli disturbava il principal obbietto».
  2. Instrumentum foederis. Appendice al Sereno, op. cit. p. 420.