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354 | C. Manfroni |
soldati italiani, al soldo del re cattolico, ma imbarcati sulle navi venete. Parve ai consiglieri di don Giovanni che questa punizione fosse un’aperta offesa all’autorità suprema, sicché lo eccitarono à far valere i suoi diritti, ed avendo egli ordinato che il Veniero fosse preso e punito, i Veneziani si posero in assetto, di combattimento, preparati a resistere. Poco mancò che non si venisse a battaglia, e solo al Colonna si deve se le armi cristiane non si macchiarono di sangue cristiano. Riusci egli colle persuasioni e colla dolcezza a smuovere don Giovanni dal suo fiero proposito, ma da quel momento il Veniero fu escluso da tutti i consigli ed in sua vece vi fu ammesso il provveditor generale Barbarigo1.
- ↑ Su questo episodio vedi il Sereno (op. cit. p. 167), apologista del Colonna, il quale di lui parlando dice: «E (come quello che con diligentissima cura era tutto intento a levar le sospizioni, a concordar le discordie, a conciliar le benevolenze tra questi due generali), a tanti benefìci egregiamente fatti alla cristiana repubblica, questo gran testimonio di valore e di prudenza incomparabile aggiunse, che quel fuoco, il quale dairaltrui precipitosa temerità e da natural malvagità nel gentil cuore di don Giovanni con tanto pericolo s’era acceso, con la sua lenità, con la forza delle ragioni, con l’autorità che aveva appresso a quel buon principe, fu sopito».
Non si deve però credere che il Colonna approvasse la condotta del Veniero, che (gli stessi storici veneti non lo nascondono) era violento e facile a lasciarsi vincere dall’ira. Il comandante romano lo difese contro don Giovanni, ma nelle relazioni al pontefice non tacque i suoi sentimenti, ed ogni volta che potè, cercò d’impedire che tornasse a navigar con lui un uomo che egli chiamava stravagantissimo. In una lettera del luglio 1572 trovo la seguente frase sul suo conto: «Non posso tacer a V. S. Illma che mi è entrato gran dubio che il generale Veniero non sia per venir in questa armata, già che non vi ha S. Altezza. Creda V. S. che è un uomo stravagantissimo, come può haver inteso, et sia certa che vorrei prima le sue galere che ha nel golfo che la sua persona». E in un’altra: «Creda che io durarei fatica, se egli venisse, di poter servire N. S. questo residuo d’anno così travagliato».