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26 L. Caetani

chio del re, per ordine del quale gli venne regalata una collana d’oro del valore di duecento monete d’oro. Ma pare che il dono non lo soddisfacesse del tutto, avendo egli udito che il regalo avrebbe dovuto essere del valore di trecento monete d’oro. Non ci dice per qual ragione, né chi sottraesse quelle cento monete, ma facendo espressamente il nome di colui che ebbe l’incarico di consegnare il regalo, parrebbe quasi che volesse indicare la persona sulla quale cadevano i suoi sospetti1.

Ritornando la legazione segui un’altra strada, passò per Digione2, ma evitando Lione, mosse direttamente verso la Savoia; traversata questa ed il cantone svizzero del Vallais, valicò le Alpi pel Sempione3 ed arrivò a Domodossola nel ducato di Milano ai 3 di ottobre. In questa città per ordine del Senato e del governatore di Milano dovette far ventun giorni di quarantena4, sicché non poterono partire che il 24 del mese d’ottobre. Il legato offeso da questo contegno, che riputò poco decoroso verso la sua persona e la dignità del suo ufficio, non volle, proseguendo il viaggio, entrare in Milano, ma recossi direttamente a Piacenza5 fermandosi per istrada a Lodi6. L’Alaleone non trattenuto da questi scrupoli andò a passare una notte a Milano7 per vedere alcuni amici e raggiungere il legato a Lodi. Da Piacenza la legazione s’avviò verso Ferrara scendendo il Po, perché in quella città trovavasi appunto il papa con tutta la corte. La legazione terminò quindi a Ferrara solennizzata colle solite pompose cerimonie e l’Alaleone rientrò a far parte dei

  1. Diarium, 2 IX 1598.
  2. Diarium, 20 IX 1598.
  3. Diarium, 11 X 1598.
  4. Diarium, 13 X 1598.
  5. Diarium, 31 X 1598.
  6. Diarium, 30 X 1598.
  7. Diarium, 29 X 1598