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Il dialetto tergestino. 451

plebea, non mai riuscita a assicurarsi l’alfabeto, faceva capolino a grandissimo stento 1^: qui, all’incontro, si trattava di raccoglierla con avidità, o anzi di aiìoltarla, perchè ne andasse conservato tutto quanto si poteva. Il Mainati diceva chiaramente nella prefazione, come il dialetto stava per estinguersi, e fosse d’uopo salvarlo, almeno in parte, dall’oblio -. In altre parole si può oggi dire, che le condizioni dialettologiche di Trieste eran nel 1828 non diverse da quelle in cui Muggia si trovava nel 1870 2^3. Se, d’altronde, la parlata di Trieste e la più solita di Muggia oggi è di tempra ben diversa da quella ch’era propria alle varietà friulane del lido adriatico orientale, pur da ciò non viene, e ognuno l’intende, alcuna difficoltà d’ordine storiale. L’antico linguaggio, che rappresentava un filone d’indigeni sempre più scarso od eclissato, finiva per tramontare, cedendo alla prevalenza del linguaggio ch’era proprio ai nuovi strati delle maggioranze civili. Non avviene già che A generi B, o B si svolga da A; ma avviene, che A, prima convissuto con B e poi insidiato da B, cessi d’esistere e lasci a B libero il campo. Così, per non citar qui pure che un solo esempio analogo e particolarmente adatto, l’odierna parlata dell’isola di Veglia, che ancora altro non è se non una parlata veneziana, non proviene già da quel ben diverso idioma neolatino ch’era il ’veglioto’, ma ha convissuto con questo e finì per inghiottirlo. Senonché, ora sorge il sign. Oddone Zenatti a polemizzare con T’Ar- ■chivio glottologico’ sul capitolo del dialetto ’tergestino’, e procede nell’opera sua (duolmi per più ragioni d’esser costretto a dirlo) per vie così stranamente contorte, che non si sa bene donde farsi per rad1

. ’ ’Sul principio del 1870, lo schietto muggese, cioè il friulano di Mug- ’gia, più non si parlava se non in due o tre famiglie, e dai soli vecchi, ’quando conversavano tra loro.’ Arch. I 479 n.

  1. Avrebbe il tergestino potuto lasciare larga orma di sé anche nei secoli andati, se i canti del popolo o di qualche robusto ingegno poetico lo avessero illustrato, come per altri dialetti congeneri accadeva. Ma non era facile che questo avvenisse, e a ogni modo non è avvenuto. Buona parte dei cimelj si deve però sempre agli estri popolari, in quanto riviene a soprannomi e a invettive.
  2. 2 ’... come lavoro tendente a conservare almeno in parte la memoria di ’ un dialetto che va ad estinguersi ’
  3. ’ ’Sul principio del 1870, lo schietto muggese, cioè il friulano di Mug- ’gia, più non si parlava se non in due o tre famiglie, e dai soli vecchi, ’quando conversavano tra loro.’ Arch. I 479 n