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NOTERELLE
di
G. I. A.
1. Il dialetto tergestino
La descrizione dei ’territorj friulani’, che si conteneva nei Saggi
ladini, moveva dalla sezione intitolata: Lido adriatico orientale,
così registrando le due varietà che vi spettano (Arch. I 479): 1. Dialetto friulano di Trieste, ora spento, che dico tergestino, per
distinguerlo dal triestino, che oggi è l’appellativo del vernacolo
veneto di quella città. - 2. Dialetto friulano di Muggia, ormai sullo
spegnersi 1^ — Per la varietà di Muggia (borgata che rimane a breve
distanza da Trieste e nella direzione verso Capodistria), la qual varietà
bastava da sola a accertar la friulanità di un antico filone che
si estendesse al lido adriatico orientale, avevo i saggi fornitimi da un
egregio uomo, nativo di colà, che li raccoglieva con molta cura dal
labbro degli ultimi che ancora la parlassero 2. Per la varietà della
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- ↑ 1 Non ostante che entrambe le varietà, nella condizione in cui ci è dato riconoscerle, abbiano molto sofferto, in ispecie per gl’influssi veneti, come appunto era notato nel detto luogo, il loro posto era e rimane giustamente fissato nel modo che ivi si faceva. Il complesso dei caratteri ladini o friulani che spiccano in codeste varietà e in ispecie la piena permanenza del ca da CA e la permanenza del -s di plurale, le distaccava manifestamente dalle varietà che si raccoglievano nella serie intitolata ’Ladino e Veneto’ e le assegnava inconfutabilmente al territorio in cui eran collocate.
- ↑ Codesto muggese egregio era l’ingegnere Vallon, membro del Consiglio municipale di Trieste (1870). Più innanzi, mi varrò largamente della sua raccolta (già messa a profitto anche ne’ Saggi ladini), conservandone la ortografia originale. Vi si contiene anche una strofa, il cui primo verso così suona:
Mugla biella di quattro ciantons!