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110 Parodi,

e poiché esso quaderno arriva al cxx, i due fogli strappati portavano senza dubbio il cxxi e il cxxii; dopo i quali seguiva quel cxxiii che ora è il primo foglio della parte che qui si pubblica. Ne viene di conseguenza, che non sono 13 i fogli mancanti, ma 5, uno dei quali probabilmente apparteneva al primo codice. Infatti, all’ultimo quaderno di questo, composto di due sole carte, fu strappata la metà posteriore della prima, cioè l’ultimo foglio, che doveva chiudere il codice e rimanere bianco.

Io del resto ho per fermo che sieno d’uno stesso autore e queste Rime e quelle già pubblicate; me ne persuadono, tra altri motivi, i numerosi luoghi, che tra le due parti si corrispondono quasi colle stesse parole; e di qui la ragione del mio titolo. È all’incontro altrettanto sicuro, che è un altro l’amanuense della seconda parte (non meno spropositato di quello della prima) e più moderno, e anche appartenente a una gradazione dialettale diversa. Onde certi caratteri idiomatici, che rendono vieppiù importante questo nostro testo, come spero che tra non molto mi sarà dato dimostrare.

Riguardo alla trascrizione del codice, superfluo dire che vi procedetti con la maggiore accuratezza che sapessi; sì da presentarlo con ogni fedeltà all’occhio dello studioso. Sciolsi bensì le abbreviature, ma indicando in corsivo le lettere che per ciò erano aggiunte; accolsi ancora nel testo le emendazioni sicure; ma, o diedi nelle note la lezione del ms., o adoperai parentesi rotonde per le lettere da espungere, quadre per quelle da inserire. Altre emendazioni, che lasciavan dei dubbj, sono rimandate anch’esse alle note, insieme con le minute particolarità del codice e gli schiarimenti più necessarj.


E. G. P.