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8 | Ascoli, Saggi ladini, I. |
il primo de’ quali paesi, cattolico, è alla riva sinistra, l’altro, riformato, alla dritta dei Glenner, entrambi a distanza uguale da Ilanz, si distinguano essi pure tra di loro pel criterio dell’iu (cattol.) e dell’[i]eu (riform.). Di più e di meglio intorno a questa relazione fra l’altare e la lingua, ci dieno i valorosi grammatici indigeni; e ci parlino d’altre varietà soprasilvane che all’indagine istorica per avventura più importino, come sarebbe quella a cui spetta Waltensburg (Uors la Foppa) a un’ora e mezzo a occidente d’Ilanz (cfr. le n. ai num., e,1); ma in ispecie vogliano darci abondanti notizie dell’importante dialetto di Tavetsch (Sedrun; all’ovest di Disentis), circa il quale non ritrovo nei libri se non un cenno affatto incidentale del Carisch (pref. al less., p. xviii). Io medesimo ancora non ne posseggo se non saggi assai scarsi, che me lo farebbero giudicare una varietà soprasilvana con innesti di tipo engadinese, innesti che apparirebbero, nelle condizioni attuali, geograficamente strani; e ne ritocco sotto il num. 159 in n.
Mi resta di rendere breve ragione del saggio soprasilvano che ora presento, nel quale per buona parte anche s’impernano i saggi successivi. Esso consta principalmente di un compiuto spoglio del vangelo di Matteo secondo la traduzione di Gabriel, al quale ho poi aggiunto non poco, e dagli altri libri scritturali della versione medesima (sempre valendomi della prima edizione: Ilg nief testament da niess senger Jesu Christ, Mess giu en Rumonsch da la Ligia Grischa: tras Luci Gabriel, Survient d’ilg Plaid da Deus a Lgiont; Basilea, 1648), e dai lessici, nell’intento di non lasciar mancare a questo mio sbozzo alcuna cosa che fosse essenziale, insieme ordinando la materia, e scrutandola, nel miglior modo che lo mie forze davano. Com’è di soprasilvano riformato il testo di Gabriel, così son fonti riformate anche i lessici e le grammatiche di Conradi e di Carisch; fonti cattoliche ci sono all’incontro, come già avvertimmo, De Sale e Carigiet. Quanto proviene dai lessici, o da altre scritture sussidiarie, è ben distinto volta per volta; e gli esempj da Gabriel hanno sempre accanto la citazione, nel primo luogo in cui si adducono. Questo studio di autenticità potrà forse, a prima vista, parere un po’ eccessivo, trattandosi anche di un dialetto che assai poco ha variato nei due secoli che stanno tra Gabriel e Carisch; ma, a tacere di altre considerazioni che si lasciano al lettore, le costanti citazioni scritturali hanno non poco giovato a me, e potranno giovare ad altri, pur come chiave lessicale che agevoli l’indagine dialettologica sopra altre versioni del Nuovo Testamento; e la versione di Matteo, in ispecie, è spesso l’unica fonte non difficilmente accessibile che per un dialetto si abbia. Cito per Mr. il vangelo di Marco, per L. quello di Luca, per G. quello di Giovanni; le residue abbreviature che si riferiscono al Nuovo Testa-