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trascrizioni. | xliii |
teorico, egli spera che ciò provenga da legittimi riguardi e non debba già imputarsi all’avere egli negato sufficiente attenzione ai continuati studj e alle ingegnose proposte dei dotti investigatori di questa materia, tra i quali spetta al Lepsius un posto così insigne, che tutti in fondo riusciamo seguaci suoi. E osa insieme credere, che gli altri dialettologi italiani possano acconciarsi al sistema che in questi fogli si segue e ora si verrà brevemente esponendo; senza però dimenticare, che ulteriori distinzioni occorrerà probabilmente innestarvi, a mano a mano che la esplorazione si estenda; i quali ampliamenti, riconosciuti che fossero necessarj davvero ed opportuni, si annicchierebbero poi, colla debita perspicuità, nelle nuove tavole di trascrizione che i venturi volumi potranno portar seco.
Por ciò che riguarda le vocali, la nostra indagine dialettologica ha molte e sue particolari esigenze; ed ecco imprima la figura, in cui si contiene, e ha insieme la piena sua ragione, il sistema qui seguito.
La dichiarazione di questa figura torna così agevole, che in molta parte può parere superflua. Abbiamo dunque:
1. a; l’a italiano.
2. ȧ, suono intermedio fra il precedente e l’
3. o̱, che l’o aperto italiano.
4. ọ, un o che sta fra il precedente e l’
5. o, che è l’o chiuso dell’italiano.
6. u̇, un o così chiuso, che può dirsi un u largo.
7. u, lo schietto u italiano.
8. u̇, suono intermedio fra quello che precede e l’
9. ü, che è l’u milanese o francese.
10. ụ̈, tramezza fra il precedente e l’
11. i 1.
12. ė, partecipa molto più dell’i che non dell’e.
- ↑ Per la scala: u̇, ü, ụ̈, i, in una stessa valle, si veggano le pag. 281-3.