Pagina:Archivio Glottologico Italiano, vol. 1, 1873.djvu/363

§ 2. Ladino e Lombardo. B. 11, 3. 4. Continuatori di al+ cons., di óss ecc. 299 3. Un altro fenomeno pel quale il gruppo lombardo radicalmente si congiunge col ladino, ed entrambi poi si rannodano col piemontese, il provenzale ed il francese, è il costante turbamento labiale dell’ó nella formola AL + cows 1. Non c’è bisogno di spender qui parole a dimostrare, come i diversi riflessi di questa formola convergano a quella figura che vedevamo cosi spiccata nel soprasilvano (àult ecc., n. 10-11), e possiamo limitarci ad una breve raccolta di esempj per le serie lombarde, ALT; mil.: ólter 2, olzà alzare, molta, solt soltà; comasco, bergam. e ant. mil. olt (mil. od. v-olt), alto; bergam. òter % vaiteli. tiro Mt. app. 77, altro, ind-oltr-ù ib. 52, altrove. — ALD: mil. cold coldéra caldaja; folda. — ALC 3: mil. fole falce (cfr. fols basso-bresc, mannaja de’ macellaj, Rosa. 33), vaiteli, pos-folcc c braccio che maneggia falce o altro istromento immanicato’, Mt. app. 84, mil. i colz, descolz, colzà ecc. Notevole per la caratteristica del bormiese ch’esso non partecipi di questa alterazione. % 4. Tra i fenomeni che noi spiavamo con qualche cura negli spogli cisalpini che precedono, era il rompersi dell’o in posizione (n. 56). Questo frangimento, che si manifesta con particolare abondanza fra le varietà ladine, non intacca, nel dialetto milanese o nel torinese, per dir solo di questi due, se non alcune poche forinole, come a suo luogtf potemmo additare (OL[L]J, OLT; OCT; p. 251 n.). All’incontro riuscivamo a vedere, nelle varietà ticinesi e verbanesi, rompersi l’o pur nelle formole ORT ecc., riconoscendovi la continuazione o le propaggini del fenomeno ladino. Ed ora non sarà superfluo che si avverta, come v’abbia qualche traccia di maggior diffusione di questo accidente nella Lombardia superiore; che è in ispecie Yó brianzolo nelle formole OSS OSTR, circa il quale cosi c’informa il nostro Che4 Esclusa sempre la formola ali. E v. ancora ^Ladino e Veneto’.

  • Simili forme oggi in parte più non si odono, in Milano, se non tra il

popolo minuto. Ma è quasi superfluo soggiungere come occorrano nelle scritture milanesi, bergamasche ecc., di tutte le età. Per gli esemplari che si ricavano dai più antichi saggi, v. il C. VII, e in ispecie Mussafià, Darstellung der altmailàndischen mundart nach Bonvesin’s schriften, rendic. lix, 6.

  • Per la formola ALS non mi sovviene alcun sicuro esempio. Chi può meglio

di me vedere come si usi il vaiteli, fós che il Monti (app.) traduce per ’avido’, giudicherà se vi si possa riconoscere *fals-; cfr., pel tacere di l, una forma valtellinese addotta s. ALT.