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XXIV | PROEMIO. |
nel caso di diventerei all’incontro, benché si trattasse di sillaba sempre àtona, il fenomeno non era compito e saldo nel fiorentino, nè avrebbe trovato simile consenso negli altri, vernacoli; e che perciò il volere oggi, nell’età della riflessione, che si lasci di punto in bianco il modo sempre usato da tutti gl’Italiani, e si turbi la norma etimologica (di-ventare), evidente a tutti e sentita da tutti, gli è proprio un fare troppo a fidanza con la bontà degli uomini. Ma se il barbassoro potesse mai sapere, che il fiorentinismo, in certi momenti, ha degli entusiasmi minacciosi, durante i quali par che l’Italia non debba risorgere se non al sacro grido di Noi si doventa omini, egli direbbe, almeno fra sé, che questo è un bell’avviamento ad evirarsi.
Ma checchessia delle intemperanze altrui e delle nostre, i periodi che precedono volevan ricordare, che, nel caso della Germania, l’uso è veramente creato o stabilito dalla letteratura comune, e nel caso della Francia è stabilito o creato dalla conversazione e dalle lettere di quel municipio, nel quale si accentra ogni movimento civile della nazione; che perciò, in entrambi i casi, la unità dell’idioma in tanto si estende, in quanto lo importa la virtù indefettibile della comunità del pensiero o l’azione imperativa dell’intelletto nazionale, la quale s’incarna nell’idioma medesimo, e non incontra nessuno, che voglia o possa a lei sottrarsi; cosicché il vocabolario ivi risulta, come vuole la natura della cosa, ben pijittosto il sedimento che non la norma cieli’ attività civile e letteraria della parola nazionale. Dal fatto della salda unità di linguaggio, di cui si rallegrala Francia o la Germania, non può quindi venire alcun argomento di legittimità, od alcuna speranza di facile conseguimento, al proposito di ridurre tutta l’Italia alla pretta favella di Firenze. La distanza che separa quelle realtà da questo desiderio, non si limita punto alla differenza che passa tra cosa fatta e cosa da farsi; e se nessuno ha mai inteso di negare una verità così evidente, e tutti anzi l’hanno dovuta esplicitamente riconoscere, non è forse affatto inutile, che qui se ne tocchi in modo ancora più chiaro. Poiché veramente, in quanto per l’Italia si voglia innovare secondo i principi che il Vocabolario Novo inculca (ed