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La Colomba co’ suoi due fagotti infilati sulle braccia, traversò mezzo Milano nell’ora che già cominciavano a illuminarsi le botteghe e a spuntare le fiammelle rossiccie dei lampioni a gaz nella lunghezza delle strade.
Dal Carrobbio alla via di San Barnaba è una bella passeggiata ma la buona donna che dalle undici batteva il selciato e aveva fatto più di una scala, non sentì la fatica, se non quando pose il corpo a riposare sopra una sedia. Allora le gambe e i due polsi indolenziti dal peso della roba cominciarono a protestare e si lamentarono tutta la notte. Ma fin che fu in moto ella non si accorse del peso degli anni e del corpo, come se un pensiero più forte di lei la tirasse dietro e la facesse camminare un dito sollevata da terra.
Quel benedetto figliuolo le stava sul cuore.
Dacchè Ferruccio aveva lasciato il Seminario, vale a dire da quasi un anno, non aveva mai potuto imbroccare una buona strada e c’era pericolo che domani avesse a trovarsi da capo, al sicut erat in principio, perchè non basta dire: questo è pane... ma bisogna sapere di che cosa è fatto il pane che si mangia. Ora, quando Ferruccio avesse dovuto ingrassare il corpo a danno dell’anima, nè la Colomba, nè la Nunziadina non avrebbero permesso, e bisognava tornar da capo a cercare un boccone meno duro.
Seguendo le peripezie per cui era passato il ragazzo ne’ suoi vent’anni di vita, dal dì che era ve-
E. De Marchi - Arabella. | 5 |