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lire? non l’ha detto il notaio? non l’ha detto l’avvocato? non l’ha detto don Giosuè? è vero o non è vero che questo birbone s’è pappato tutto?
— Noi siamo venuti per discorrere, e per discorrere bisogna, punto primo discorrere, è vero?
Aquilino, che non si curava mai del punto secondo dei suoi ragionamenti, si volse verso Ferruccio per avere una testimonianza in un giovinotto serio, che sapeva scrivere.
Anche il vice-ricevitore, per dir la verità, lusingato un po’ troppo nelle sue speranze, dopo aver lasciato vincere alla vecchia parente delle partite a tarocco, ch’era un peccato a strapazzare a quel modo, anche lui era rimasto scosso e mortificato quando il notaio assicurò che Tognino aveva ereditato tutto. Un uomo, per quanto prudente e ragionevole, non è di legno. Alla povera Carolina, Aquilino aveva fin strappato un dente, ed è sempre una cosa ingrata dover sputar fuori una buona speranza.
Il testamento faceva obbligo all’erede universale di assegnare ai parenti di secondo e terzo grado un regalo, una mancia una volta tanto: ma Aquilino Ratta aveva dignitosamente rifiutato l’elemosina. Un Aquilino che si è battuto a Mestre e ha fatto il quarantotto non riceve elemosine. Con tutto questo non poteva approvare il sistema di violenza, con cui i diseredati credevano di farsi rendere giustizia. Punto primo, perchè la violenza ha sempre torto...
— Non conoscevo questa storia del testamento — disse la Colomba, cercando cogli occhi il figliuolo, che stava lì come incantato anche lui a sentire. — Possibile? una sostanza di quattrocento mila lire?
— Tutta lui! — ripigliò l’Angiolina, agitando i