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— Vedesse la povera zia Colomba, fa pietà ai sassi...

Ferruccio s’intenerì all’idea della povera donna e singhiozzò, per quanto un impeto furioso di sdegno cercasse di soffocare le lagrime. Arabella tocca da quella voce così piena di corruccio, gli pose le due mani sulle spalle. Un fitto velo di lagrime li nascose l’uno all’altra.

È la Madonna che mi ha messo in cuore di venire da lei...

— Che essa ci benedica... — e lo segnò colla croce. Gli accomodò la cravatta, e ripigliando il tono normale di voce, come se il grave pericolo fosse scongiurato, soggiunse: Perdona se ti ho dato del tu. Mi sei tornato davanti così bisognoso e così spaventato, che non ho visto in te che il povero ragazzo di una volta. Ora senti. Piglia questo viottolo e in dieci passi sei al camposanto. Va ad aspettarmi laggiù e intanto puoi fare un po’ di bene. Una mamma in paradiso l’hai anche tu... Intanto io torno alle Cascine; non dico nulla per non propalare la cosa. Piglio un po’ di denaro e con un pretesto parto subito. Credo che fra un’ora passi il treno di Genova; per mezzodì siamo a Milano. Prima di sera avremo aggiustata anche questa: e per il Corpus Domini verrai anche tu a fare un brindisi... Dio ascolta i voti.

Parlava ancora e già i piedi la portavano verso le Cascine, di cui vedevansi i tetti neri e disuguali uscir di mezzo al verde.

— Dio ascolta i voti — tornò a ripetere a sè stessa, camminando frettolosamente senza sentire la strada.

E ripetè con chiarezza quel che aveva confusamente promesso nel suo cuore. Avrebbe perdonato sincera-