Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 415 — |
col ponticello e colle piante verso i prati. Chi aveva parlato per lui? La Colomba avrebbe potuto dire che aveva parlato in lui la sua mamma. Ma a Ferruccio era sconosciuta questa legge, per la quale lo spirito dei morti parla nei vivi. Si sentì a un tratto meschino e colpevole. Non osava più sollevare gli occhi in faccia a lei, che, chiusa in un freddo silenzio, continuava a giudicarlo, e a castigarlo, tacendo. Essa gli pareva lontana lontana: non la vedeva quasi più.
— Non so se mio marito abbia pensato anche all’Augusta. Gli faccia memoria. Se l’Augusta vuol rimanere ancora con noi, potremo combinarci. Di tornare a Milano non si parla, per ora, nè io lo desidero. Mi ha preparata la relazione?
Furono queste parole così fredde e precise, di una importanza così pratica, pronunciate con grave lentezza, che richiamarono Ferruccio alla realtà della sua sorte e gli dimostrarono quel ch’egli era di fronte alla signora. Arrossì come il fuoco: si mosse, balbettò qualche parola sconnessa, e, presentando la lettera e la relazione, disse:
— Se lei mi comanda...
Arabella gli stese la mano, ch’egli strinse nelle sue, e portò alle labbra come l’altra volta, mentre grosse lagrime di dolore e di pentimento gli solcavano le gote.