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non avrebbe potuto usare un maggior riguardo. Essa aveva bisogno di riposo e di quiete? dunque non si doveva nè strillare, nè far rumore, nè cicalare sotto la sua finestra. Mandò lontano le oche e le galline e per alcuni giorni fece condurre le bestie a un’altra stalla. Intanto egli stesso colla scopa in mano eccitava gli uomini a far netto, raccontando a tutti quel che Arabella veniva a ereditare dal defunto signor Tognino. — Se ho un piacere e una soddisfazione a questo mondo — soggiungeva, indicando le gelosie verdi della finestra — è che io le ho voluto bene anche prima, quand’era una bambina alta così, quando di suo non aveva che il vestito e un paio di scarpe stracciate. È giusta la legge che bene fa bene; ma il Signore m’è testimonio che, se mi fosse tornata in casa logora e senza scarpe, io non le avrei voluto meno bene.
E tutti gli credettero, essendo uno dei molti privilegi dei buoni d’essere creduti degni anche del bene che non fanno.
Arabella, nella quiete delle belle giornate calde, nella cura e nella benevolenza de’ suoi, e, più ancora di tutto, nella persuasione che la sua vita non potesse essere diversa, a poco a poco si avviò a perdonare e a dimenticare. La giovinezza vuol vivere. In queste condizioni, anzichè ribellarsi a un destino maggiore alle nostre forze, è meglio condurre queste a smuovere e ad aiutare il nostro destino. Le acque grosse che rompono i ponti, ben incanalate, muovono molini e gualchiere. Un coscritto malcontento non ha che