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pia. Sii buon marito, non un burattino; sii buon padre di famiglia, non un libertino...

Il tono predicatorio del Botola, il sussiego con cui esponeva queste belle massime dalla sua seggiola zoppa, nell’aria morta di quel camerone pieno di muffa e di stracci, non potè che muovere un poco la naturale allegria del Bomba, che sbuffonchiando rispose: — In quanto al buon padre di famiglia, il mio dovere l’ho fatto a suo tempo e non è colpa mia se l’ortolana...

— Fallo tacere quel tanghero...— supplicò il padre, infiammandosi, sollevando le due mani aperte verso il Botola — fallo tacere...

— Non cominciate a irritarvi, e a rivangare le ragioni e i torti. Del passato non si deve parlar più in vitam aeternam, amen. Sei tu disposto, Lorenzo, a far veramente giudizio? Se sì, questo tuo padre qui, che in fondo ti vuol bene, userà tutta la sua autorità per persuadere la buona sora Arabella a mettere un piede sul passato. Non solo: ma visto e considerato che, in seguito alla vostra recente eredità, le condizioni sono mutate, tuo padre, di cui credo d’interpretare il sentimento, vorrà assegnarti da ora innanzi un reddito maggiore, più conveniente al tuo stato, vorrà pagare qualche tuo vecchio debituccio...

— Niente affatto!... — Protestò il vecchio Maccagno.

— Tu, mio caro illustrissimo e severissimo genitore, devi mettere questo figliuolo nelle condizioni di poter far onore a’ suoi impegni. In quanto a Olimpia, se vi fidate di me, ci penso io. Con pochissimo sacrificio leviamo di mezzo la pietra dello scandalo. Va bene? date carta bianca a me?

— Io per me ti lascio carta bianca fin che vuoi

E. De Marchi - Arabella. 23