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perta di lana, in cui potrai passare la notte, che è detta la madre dei consigli.
— Accetto volentieri se non ti disturbo.
— Non è la prima volta che offro la mia casa a dei bravi giovani. Quest’inverno ci ha dormito anche il marchesino e non si è trovato male. Già, intesi: io non posso offrire di più che una coperta.
— Nessuno pensa male delle tue intenzioni...
— Una buona coperta non manca mai...
Il vecchio pignoratario, strascinando le pianelle, andò col lampadino in mano verso un angolo della stanza, si abbassò, sciolse la bocca d’un sacco, riempiendo coll’ombra del suo corpo ricurvo il soffitto e le pareti, tirò dal sacco una coperta di lana, facendosi rosso per lo sforzo e tornò verso il giovine, trascinandosela dietro come un manto reale.
— Questa è roba della nobile e antichissima famiglia Rescalli. Qua dentro hanno dormito delle famose bellezze. Ci si sente ancora un delicato profumino di peccati mortali. Ora stento a difenderla dai topi.
Il vecchio pignoratario rallegrò il suo viso, angoloso e ruvido come un pezzo di tufo, con un sorriso di bonaria indulgenza. Buttò la coperta sul divano, e, accusando un gran sonno, accese un moccoletto di sego e se ne andò a dormire in un buco vicino augurando la buona notte. La casupola in cui abitava era di sua proprietà, acquistata a poco a poco con lenti risparmi. Varie scaluccie giravano in quel labirinto di muri cadenti, che una martellata del progresso ha di recente fatto scomparire come un castello di sudice carte da giuoco.
Intorno era una trama di vecchissime case, alcune