IV.


Un uomo tra due donne.


Olimpia sul primo momento, sorpresa e sbalordita dalla violenza del colpo, si rifugiò, senza capire, sotto il portico Quando rinvenne dal suo intontimento e sentì la gota ardere, cominciò a capire d’essere stata percossa da una donna gelosa, da quella stessa donna che l’aveva fissata così freddamente negli occhi.

Un vulcano di sdegno vomitò lava e fuoco nel suo cuore di bella donna superba e leggiera. Tale e tanta fu la furia che l’assalì, che, strozzata dall’emozione, non potè metter fuori una parola. Stretti i denti, da cui non usciva che un fischio sordo, montò a corsa le quattro lunghe scale, si attaccò furiosamente al cordone del campanello, riempì la casa del frastuono, entrò nella stanza dove ardevano ancora i doppieri, si tolse, o meglio si strappò di dosso la mantellina, la buttò sul letto, e ne uscì bellissima, terribile, nel suo vestito di teatro, d’un rosso metallico fosforescente, colle solide spalle ignude, colle braccia ignude fino ai guanti.

Lorenzo che l’aveva seguita ansante, entrò anche lui, ripetendo:

— Senti, senti...