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bacheca, la via grande e popolosa coi lumi e colle botteghe aperte disegnavasi nello sfondo, come un’altra città, non mai vista, dove andava vagando una signora coperta d’un dolman bigio con in testa un tòcco d’astrakan, una signora pallida e smarrita... Quando Lorenzo uscì dalla bottega coll’elegante astuccio delle sigarette, la signora dal dolman bigio stette un poco a osservare i suoi passi. Egli traversò il crocicchio del Carrobbio e scomparve precisamente nella porta indicata. Il cuore di Arabella dette tre colpi duri e dolorosi. Aveva visto abbastanza. Poteva tornar indietro...

Era una casa maledetta, dove il suo povero papà aveva cercata la morte. C’è una mano cattiva che conduce e rimescola le cose. In quella casa, suo marito, dopo aver cicalato una mezz’ora in una poltrona, accanto a sua moglie, nell’obesità della digestione, veniva a distrarsi con un’altra donna.

Voltò per tornare indietro, con un velo di lagrime steso sugli occhi, nell’umiliazione; ma poi le parve che al suo interesse non bastasse il vedere, bisognava essere veduta, e carpire una prova di più contro i sofismi della bugia. Sciocca e indegna del nome di creatura umana, se non osava rivendicare i diritti della sua dignità di donna onesta! La natura, la legge, l’opinione pubblica, la religione erano dalla sua parte. Dove manca uno scopo al martirio, non può essere santo il prosternarsi nel fango e il permettere che altri ti passi coi piedi sul corpo...

Di questi concetti non rilevava che le ombre gettate rapidamente sul fondo dell’anima, come le immagini sfigurate d’una lanterna magica, in mano a un ragazzo inquieto, balzano sul muro.