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il disonore? e poichè di un pane maledetto egli non ne voleva più mangiare, ecco, insieme al disonore, la miseria e la fame.
Per poche bottiglie di vino un uomo ricco e potente cacciava un vecchio in carcere e un giovane nella necessità di dover stendere la mano. E un delitto di questa natura si osava compiere in nome della giustizia. Giustizia questa? — Ma, Signore, se è giustizia questa, io preferisco a credere all’iniquità del ladro, che ti assalta sulla strada. Allora, forza per forza, giustizia per giustizia, vendetta per vendetta, io stringerò il manico di un coltello, mi presenterò a quell’uomo che mi assassina l’anima, la fede, le speranze, tutto, e scriverò anch’io la mia sentenza nel sangue di quest’uomo.
— O povero me! — sospirava davanti a questi pensieri, passeggiando su e giù per la ringhiera.
Tacevano i giardini e gli orti nella luce smorta. Solo il vento usciva ogni tanto con un bisbiglio tra i rami in fiore e tra le tenere foglie del castagno. L’ora scoccava in quel silenzio chiaro dal vicino campanile, preceduta dal rantolo delle ruote e dei pesi, che scorrono dentro la torre.
Al disopra delle case chiuse e addormentate, al disopra degli orticelli e dei muricciuoli, al disopra delle ombre e di tutte le cieche sensazioni che l’aria, l’ora, la luce, le ombre e le tristezze della notte versavano nell’animo travagliato del giovine, s’innalzava un pensiero che a volte pigliava i contorni d’una figura umana, a volte mandava i bagliori di una fonte, da cui stillasse a’ suoi tormenti un soave refrigerio. Una dolcezza mistica, che usciva di mezzo ai patimenti, quale soltanto era dato ai martiri cristiani