VI.


Un cattivo rosario.


Durante la corsa di Ferruccio in mezzo alle strade di Milano, la Colomba, dopo aver fatto bere al Berretta una scodella di brodo e un bicchiere di vino, disse alla Nunziadina:

— Recitiamo il rosario, perchè la Madonna addolorata abbia pietà dei nostri dolori.

Tirò di tasca la corona, memoria della povera Marietta, e cominciò dal mistero che contempla Gesù nell’orto.

Il Berretta, seduto sulla pietra del camino, e la Nunziadina immersa nell’ombra d’un paralume di cartone, rispondevano con un leggiero bisbiglio, con sospiri affannosi in cui stentavano a reggersi le avemarie. E avevan di grazia di poter tenere l’anima raccolta. A ogni passo su per la scala, a ogni gemito e scricchiolìo dell’uscio, il portinaio alzava la testa, aguzzava l’udito nell’aria, per paura che fossero le guardie. La Nunziadina pareva ancora più rimpicciolita sulle gruccette.

La lucerna, col lucignolo abbassato fin dove si può dire che la luce non guasta il buio, lasciava la stanza