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Perchè l’avrebbe cacciata via questa dolce seduzione, che lo proteggeva così bene contro le tentazioni e le disperazioni volgari? Altri giovinotti della sua età, che hanno denari da spendere, e anche quelli che non ne hanno, talvolta cercano goder la vita nella compagnia di donne senza onore, e consumano la salute e i quattrini in vizi e in passatempi vergognosi. Egli senza credere con questo di far male, compiacevasi del suo segreto, se lo portava nel cuore misteriosamente custodito, godeva insomma castamente di un bene, che non rubava a nessuno, e che nessuno gli poteva rubare, perchè veniva tutto da lui e, dirò così, dai suoi risparmi morali e dalle sue mortificazioni.
Questo primo fuoco del giovine commesso si sarebbe spento a poco a poco da sè, divorato da qualche altro fuoco più naturale, se la guerra spietata mossa dai diseredati e dai parenti alla famiglia Maccagno non avesse trascinato anche lui a dividere le ansie e i patimenti della poverina.
Gli ignobili insulti che la donnaccia aveva lanciato contro la signora, furono per Ferruccio peggio che una manata di fango negli occhi. In principio fu una fortuna ch’egli non avesse spirito di reagire. Forse si sarebbe compromesso troppo. Ma la persecuzione non fece che ribadire e dare consistenza di patimento a un sentimento, a cui non aveva ancora trovato un nome.
Fu questo patimento che, traboccando a suo dispetto, gli trasse un fiume di lagrime il giorno che aiutò a portare la povera signora svenuta su per le scale.
Fu questo patimento o spavento che lo spinse e