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Versò il vino nel calice e si accostò di nuovo, tenendo il bicchiere colle due mani, per resistere a un tremito convulso, che faceva vibrare tutto il corpo.

Arabella si sollevò un poco, colla sinistra mandò indietro i capelli folti che scendevano scomposti, e coll’altra mano aggradì il calice, in cui brillava un vino secco color dell’ambra.

— Beva, questo è sangue... — ripetè il suocero con un tono monotono d’uomo distratto, socchiudendo gli occhi.











E. De Marchi - Arabella. 11