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72 argonautica.

     D’Amico re; nè, sciagurati! un altro
     185Sovrastante infortunio era lor noto;
     Chè vigneti e casali (Amico assente)
     Messi a ruba e a soqquadro eran dall’armi
     Di Lico e in un de’ Mariandini suoi
     Che osteggiavano ognor quella di ferro
     190Altrice terra. I Minii eroi fra tanto1
     Predâr capanne e stalle, e fêr di greggi
     D’ogni intorno raccolti ampio macello;
     E fu chi tra’ compagni anco dicea:
     Oh pensate mo’ voi qual fio costoro
     195Avrian di loro codardia pagato,
     Se qua gli dei pur conduceano Alcide!
     Bensì, desso presente, io mi prometto
     Che nè pur si saria del pugilato
     Fatto periglio. Allor che il re sue leggi
     200A intimar ne venìa, tosto e sue leggi
     Àvria per opra dell’Erculea clava,
     E l’arroganza sua messa in oblìo.
     Ah! troppo noi neglettamente a terra
     Quell’uom lasciammo, e senza lui del mare
     205Corriam le vie. Ciascun di noi pur troppo
     La sua mancanza sentirà funesta!2
Così l’uomo dicea; ma tutto avvenne
     Per consiglio di Giove. In quella notte
     Là restarono i Minii, e de’ compagni
     210Medicâr le ferite, e agl’Immortali

  1. Var. al v. 190. Producitrice terra. I Minii intanto
  2. Var. al v. 206. Sentirà grave del suo manco il danno