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libro i. 57

     Piote di terra. E come allor che al verno,
     Del maligno Orïon presso al tramonto,
     Irrompendo dall’alto una di vento
     1535Furïosa bufera, di repente
     Svelle un alber di nave in un co’ suoi
     Cunei confitti; egli così l’abete1
     Svelse, e l’arco ripreso, e la faretra
     E la pelle e la clava, a ritornarne
     1540Avviavasi al lido. Ila fra tanto
     Con rámeo vaso iva da solo in cerca
     Di viva acqua fontana, a lui volendo
     Provvederne la mensa, e far che tutto
     Ben preparato al suo ritorno ei trovi;
     1545Chè così costumato avealo Alcide
     Fin da fanciullo, allor che pria lo trasse
     Dalla casa del padre, del Divino
     De’ Drïopi signor Tëodamante,
     Cui di morte ei punì, perchè conteso
     1550Gli ebbe il possesso di un arante bue.2
     Fendea Tëodamante in cuor crucciato
     Con l’aratro un maggese; e quei gl’intima
     Che pur contra sua voglia uno a lui doni
     Degli aggiogati buoi, qualche pretesto
     1555Porre in campo volendo a romper guerra
     Sterminatrice a’ Driopi che nullo

  1. Var. ai v. 1536-1537. Strappa via dalle funi alber di nave

    Pur co’ suoi cogni; ed ei così l’abete
  2. Var. ai v. 1549-1550. Cui di morte ei multò, perchè d’un bue

    Arator dinegato ebbegli il dono.