Infisse l’asta in mezzo al petto, e l’osso1
Dello sterno gli ruppe. In su l’arene 1315Ei compiea, traboccando, il suo destino,
Il destin che a’ mortali non è dato
Sfuggir giammai: tale un gran vallo intorno
Tutti asserraglia. Ed ecco or lui che immune
D’ogni danno da quelli esser credea, 1320Ecco, il destino in quella notte il colse
Combattente con loro. Altri pur molti
Caddero, accorsi a dargli aita. Alcide
A Telecle diè morte, e a Megabronte;
Acastro a Sfodri; da Pelèo percossi 1325Fûr Zeli e il forte Gèfiro; valente
Vibrator d’asta Telamone uccise
Basilèo; Clizio al suol prostrò Giacinto;
Ida, Promèo; di Tindaro i due figli
Megalòssace han morto, e Flogïone; 1330Meleagro all’ardilo Itimonèo
Spense la vita, e ad Artacèo, guerriero
Pur de’ più prodi. A questi tutti ancora
Danno quegli isolani onor d’eroi;
Cessero gli altri alla paura, e in fuga 1335Via scampâr, come a’ rapidi sparvieri
S’involano le pavide colombe.
Alle porte, alle porte in torme corrono
I fuggitivi, e la città di grida
Tosto fu piena, e di terror di guerra; 1340Ma conobbero poi, surta l’aurora,
↑Var. al v. 1313. L’asta gl’infisse in mezzo al petto, e l’osso