E i piè dentro nell’onde, e questi e quelli
Pasto de’ pesci e degli augelli insieme.
Gli eroi, compiuta intrepidi la pugna,
Sciolti i cavi alla nave, il mar si danno 1290Novamente a solcar con agil’ aura.
Tutto quel giorno veleggiâr di corso;
Ma non durò, giunta la notte, il vento
A lor secondo: una bufera avversa
Li rapì retro, e li respinse al lido 1295Di que’ buon Dolïoni. All’äer bujo
Scesero, e sacro ancor si noma il sasso,
A cui d’attorno, a rattener la nave,
Avvolsero le amarre. E niun di loro
L’isola riconobbe; e i Dolïoni 1300Non ravvisâr, colpa la notte oscura,
I ritornati eroi: Pelasga torma
Li stimâr di Macresi a lor nimici;
Onde in arme accorrendo, incontro ad essi
Levâr le mani, ed aste e scudi a un tratto 1305Azzuffaronsi insieme; e a par di rapida
Fiamma che investe un’arida boscaglia,
E v’infuria per entro, egual furore
De’ Dolïoni al popolo s’apprese;
Nè il re stesso da tanto aspro conflitto 1310Più tornarne in sue case al maritale
Talamo, e al letto genïal dovea;
Chè a lui Giasone, a cui si volse incontro,1
↑Var. al v. 1312. Chè Giasone, a cui vòlto erasi contro,