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libro i. 47

     Di quel mar da sè stessi; altri la nave
     Dallo scavato porto, in ch’era entrata,
     Fuor tradussero all’alto, e quel percorso
     1260Tratto da lei, Giasonia via fu detto.
     D’altra parte del monte impetuosi
     Scesi intanto i Giganti eran del Chito
     L’ampia bocca a turar con gran macigni,
     Quasi a far caccia di rinchiusa fiera,
     1265Abbarrandone il varco. Ma rimaso
     Era colà co’ più robusti Alcide,
     Che presto sovra lor l’arco scoccando,
     Cader li fea l’uno appo l’altro; e quelli
     Avventavano a lui pezzi di roccia;
     1270E ben par che Giunon, moglie di Giove,
     Sì terribili mostri anco nudrisse
     Per travaglio d’Alcide. Intanto gli altri
     Compagni eroi che discendean dal monte,
     Scontrandosi con lor, mentre di quello
     1275Ricorrean vêr la cima, a farne strage
     Diêrsi di fronte e con dardi e con aste,
     Fin che tutti, quantunque battaglianti
     Con assiduo furor, gli han morti a terra;
     E qual gettan su ’l lido i tagliatori
     1280L’alte piante abbattute, a fin che meglio
     Ricevan rammollite i duri cogni,
     Così quelli a ridosso l’un dell’altro
     Giacean nel porto, altri nell’acqua immersi
     Le teste e i petti, e su l’arene il resto;
     1285Altri sovra la sabbia il capo e il busto,